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Arte e Design come omaggio al primo Premio Nobel per la Pace: Jean Henry Dunant
“Il genio, d’abitudine, non s’innalza come tranquillo dominatore; egli non si apre una strada che attraverso mille ostacoli; è lungamente sconosciuto, violentemente attaccato e sovente negato da tutta una metà del suo secolo” (Franz Liszt)
Il JHD Dunant Hotel, è un omaggio a Jean Henri Dunant, fondatore della Croce Rossa, l’organizzazione di volontariato ideata a Castiglione delle Stiviere che promuove i valori della pace, dell’unità tra i popoli e della universalità.
Un Hotel-Museo che vuole essere portavoce de “La continuità del suo grande pensiero”, il messaggio d’amore di Dunant per il mondo.
“Bandiera al vento” Banco reception – scultura in cemento e resina – E. Preti
Il banco reception, raffigurazione della bandiera della Croce Rossa che sventola nel vento, è il punto di partenza per la visita al JHD Dunant Hotel.
Simbolo universale di fratellanza e neutralità, è il sigillo del pensiero di Herny Dunant.
“C’è un serpente nel prato”
“Il conflitto tra profano e sacro, lo strisciante movimento del serpente simboleggia il percorso tormentato che conduce alla salvezza. Dal male al bene il pericolo è una costante.” E. Preti
Il contrasto tra male e bene, il serpente e la croce, il sacro ed il profano. Entrando nel JHD Dunant Hotel è questo che si percepisce. Il male è presente, ma sarà il bene a trionfare.
30 – Attivismo Religioso
Dunant , seguendo la tradizione calvinista della famiglia, aderì formalmente al movimento evangelico all’età di 18 anni. Fu sempre molto attivo a livello religioso e fu membro fin da giovane della Societè d’Aumones che gestiva opere di carità, della l’Union Chretienne de Genève e della YMCA- Young Men’s Christian Association.
20 – Decompressione
In questo luogo si dà la possibilità al cervello di meglio assimilare, concependo sé e creando altro! Si vuole istigare un’azione di destrutturazione del pensiero e della persona. E’ una pausa che qui ti riporta indietro nel tempo, catapultandoti in un luogo avvolto nel colore: la stanza dei giochi di quand’eri bambino.
46 – Reti spezzate
L’ambizione della crescita economico-commerciale , degli scambi politico-culturali e dell’integrazione multirazziale sembra divenire, ogni giorno di più, una meta irraggiungibile, poiché non vengono rispettate le basilari norme del vivere comune e del rispetto reciproco. Ci troviamo a vivere in una situazione, che forse si sarebbe evitata se Dunant avesse potuto realizzare i villaggi in Africa valorizzando il territorio e le sue risorse, in cui il disagio e le difficoltà hanno superato ogni limite, ma in cui è comunque sempre viva e presente l’azione della Croce Rossa Internazionale portatrice di cure e di sollievo.
38 – Lotta per la sopravvivenza
La forza di due animali in carica l’uno contro l’altro, il feroce scontro per il raggiungimento dell’obbiettivo che determinerà inevitabilmente una sola vittoria. La superiorità non è sancita solo da una maggior forza fisica o dall’astuzia strategica, ma soprattutto dalla determinazione e volontà di sacrificio. Si vuole qui celebrare l’indomita forza di volontà che contraddistinse la figura di Dunant ogni giorno della sua vita nell’affrontare ogni avversità, in Africa prima, ed in Europa poi.
69 – 1859: Incrocio di Destini.
Il 24 giugno 1859 il destino di Dunant s’incrocia con la battaglia. Quello che vide quella sera divenne il suo mondo: era giunto a Castiglione per motivi d’affari ma incontrandosi con la “morte”, la sua esistenza cambiò e divenne improntata esclusivamente al soccorso dei bisognosi, allo scopo di rendere la guerra meno disumana.
63 – La forza della lumaca
La convinzione nelle proprie idee e la determinazione nell’affermarle trovano in Dunant un uomo dall’instancabile tenacia. Come una lumaca che nel suo lento cammino permea di sé tutto il tragitto percorso, Dunant e la sua idea lentamente si sono radicati e continuano a radicarsi nel mondo intero, perché quando la determinazione è ferma e l’idea è vincente, neanche la forza di gravità può trattenerti.
71 – Due tonnellate di Solitudine
Nel 1867 Dunant fallì per un milione di franchi e finì sul lastrico. A soli 39 anni la sua vita di fatto era finita. Venne esiliato da Ginevra e a poco a poco estromesso dal “Comitato ginevrino di soccorso dei militari feriti”. La miseria entrò nella sua vita e nella sua mente. La solitudine fu la sua unica compagna.
Il paradosso di colui che si batté per ricordare gli sconfitti, gli emarginati ed i feriti, è che nessuno si mosse a ricordo di lui.
77 – L’affermazione di un simbolo
Prima vi era solo una convenzione orale tra i combattenti, issare bandiere nere e non sparare in quella direzione, nel tentativo di rispettare i luoghi di soccorso che non erano comunque adeguatamente attrezzati e sufficientemente preparati. Oggi l’emblema della Croce Rossa è simbolo di protezione e neutralità, riconosciuto a livello internazionale; una realtà regolamentata e universalmente riconosciuta, volta al rispetto e alla salvaguardia dei diritti e della vita di ogni singolo essere umano.
L’AUTORE (o Design, o Designer) ERMANNO PRETI
Un Designer totalmente svincolato.
Ne fama ne gloria, ma solo la volontà di essere guidati da un’idea e spendersi per realizzarla.
“Quando ho lavorato sul JHD Dunant Hotel ho pensato a uno spazio capace di utilizzare le emozioni come vero e proprio ‘motore di ricerca’. Ognuno di noi ha dentro di sé strumenti di ricerca differenti, ognuno ha un proprio percorso e mi piace pensare di offrire negli spazi da me progettati una sorta di navigatore sentimentale che utilizzi arti visive, 3D, scultura, grafica concettuale, materia, insomma cuore e intelletto.
Inevitabilmente ho pensato a un hotel in cui avrei potuto ritrovare emozione e piacere della condivisione: lontano dallo straniamento di camere tutte uguali in cui ‘parcheggiarsi’ per qualche notte, in cui ‘spegnere il cervello’. Al contrario il JHD Hotel è concepito per sviluppare la propria emotività sensoriale, risvegliare curiosità, interrogare l’ospite, portandolo lontano dalle banalità quotidiane e dalla stanchezza”.